"Non si può fare un’Eroica senza abbracci…”. Così diceva Giancarlo Brocci qualche tempo fa, quando la pandemia fermò un po' tutto e un po' tutti.
Già, non si poteva fare... Perché Eroica è un mondo semplice e abbracciarsi è un gesto spontaneo che racchiude molto dell'essenza di questa sfida su strade “prevalentemente” sterrate.
Abbracciarsi è amore, felicità, è ritrovarsi, sentirsi parte di una famiglia che si incontra per celebrare una festa. E' un passa-parola che non ha bisogno delle parole... Settanta, cento, duecento chilometri poco importa. L’importante è esserci: semplice anche questo. L'importante ritrovare i valori antichi di uno sport che ormai è sempre più esasperato, complicato, elettronico che corre il rischio di "incartarsi". Eroica è un viaggio nel tempo alla ricerca della semplicità perduta. Figlia delle passioni da ragazzi, del duello sportivo del secolo fra Bartali e Coppi, di uno sport popolare che più popolare non si può. Di campioni semplici ma autentici con le mani grosse, con le rughe, con le facce da ciclisti, ragazzi di famiglie numerose che tiravano la cinghia, forti, muscolari, senza scienza e senza dieta.
Eroica sono bici, scarpe, maglie, cappellini come si facevano un tempo. Sono persone, amici, che si conoscono, che si ritrovano, che si ricordano che è il modo più semplice per condividere la passione e rinsaldare i legami. Sono strade bianche, sudore, qualche bicchiere di Chianti e anche un piatto di ribollita.
L’Eroica è senza tempo, nel senso che si arriva quando si arriva e va bene, anzi benissimo. Sempre. Perché qui non si taglia, anzi si fa la coda per un timbro. Qui ci si ferma, si riparte e ci si ferma ancora. Senza fretta. L’Eroica è l’elogio della lentezza in una vita che impone invece di andare veloci. Sempre più veloci. Qui invece ognuno ha la sua di velocità.
Un popolo di passione che ama far fatica, che ha capito come riappropriarsi del tempo, dei luoghi, delle tradizioni, della storia. Non è semplice in un tempo dove c'è chi fa cose per noi, chi pensa per noi, per chi prova a rendere artificiale anche l'intelligenza, scendere e fermarsi.
L'Eroica nella sua semplicità è la stazione del vivere lieve, una ricetta facile come una fetta di pane condita con l'olio, un piccolo mondo antico che conserva i valori del tempo: si sta in gruppo, si sta insieme e si pedala come se il passato fosse presente. Anzi come se fosse futuro.
E' un paese che fa finta di dormire, sono i carboni delle griglie accese, i vuoti a rendere, i borghi che profumano di ciclismo e si muovono tra mozzi, bulloni, vecchi cerchioni rimessi in vita, tra storie e racconti dove i pedali sono solo un pretesto per fermare il tempo.
Il tempo non conta. Non scorre il tempo sulle strade polverose dell'Eroica. Sono stati capaci di fermarlo.
Sembra semplice...E infatti lo è.
Antonio Ruzzo