Viviamo in un mondo in cui la parola d’ordine è andare di fretta: ritmi frenetici che ci rendono schiavi del tempo e che vanno a discapito della nostra salute e del nostro benessere.
Il segreto per non essere risucchiati dal vortice di questa vita e di questo mondo è saper andare lenti.
E se prenotare una crociera per godere delle bellezze del Mediterraneo in una sola settimana, o prendere un aereo per visitare l’Europa in un solo weekend, sembra oggi la soluzione per una vacanza ideale, perché capace di conciliare il desiderio di conoscere e la necessità di ottimizzare il tempo libero, è fondamentale riconoscere, invece, quanto sia importante anche sapersi distaccare da questo tipo di viaggio per intraprendere l’esperienza del cosiddetto “viaggio lento”, ossia un itinerario, più o meno lungo, da compiere o a piedi o con la bicicletta.
Le strade bianche della Toscana costruiscono lo scenario perfetto per questo tipo di avventura. Qual è la fretta di viaggiare su questi sentieri che ci consentono di cogliere la straordinaria ricchezza di un territorio unico al mondo? Immersi nel verde incontaminato, è possibile assaporare la tranquillità delle tante abbazie e delle chiesette che si incontrano lungo i percorsi, o lasciarsi incuriosire dal mistero che si cela tra i fitti boschi che circondano i piccoli paesi medievali fortificati, o ancora percepire i profumi della macchia mediterranea e gustare i prodotti di eccellenza che questo territorio offre, come vini, olii, formaggi e miele.
Solo viaggiando lentamente è possibile apprezzare le potenzialità infinite di questi percorsi e, quindi, viaggiare lentamente diventa sinonimo di vivere pienamente in armonia con noi stessi e con la natura.
Proprio per questo motivo la tutela e la manutenzione di questo tipo di strade è diventato un compito per il quale è necessario impegnarsi a pieno. L’esempio delle strade bianche di Siena ci dimostra come questa serie di percorsi naturali sia ormai diventata anche un’offerta turistica, sportiva e non solo, di un immenso patrimonio paesaggistico, ambientale e culturale.
Se ci distacchiamo da uno sguardo provinciale e regionale e iniziamo a guardare ciò da più lontano, non è utopistico pensare che la valorizzazione e la tutela delle strade bianche già presenti in Europa potrebbe rappresentare un’ottima fonte di guadagno in termini umani ma anche economici. Le risorse che il nostro continente ci offre sono, infatti, numerose e la creazione di una rete di piste ciclabili, e di percorsi trekking naturali, non può essere altro che la svolta per la nostra vita e per la salute del nostro mondo. Proporre un’alternativa ai viaggi frenetici a cui siamo abituati potrebbe essere la chiave per riscoprire la bellezza di ciò che ci sta intorno e per insegnarci quanto sia importante conoscere un posto in profondità, scoprire le sue radici senza la fretta di dover star dietro a un orologio che, paradossalmente, non è in grado di stare al passo con i nostri ritmi umani.
Matilde Pieri