Il ciclismo Eroico corre a testa alta nel mondo godendo del paesaggio, attraversando posti incastonati nella bellezza e animati dalla passione intensa di chi li abita che, con la sua storia e le proprie tradizioni, li rende unici.
Il ciclista Eroico, con la brina in faccia, attraversa le ultime ore della notte per poi fermarsi ad ascoltare la poesia del sole che si posa ovunque.
Come le biglie dei grandi campioni, la bicicletta lascia la sua traccia sottile sulle strade bianche e ci ricorda che a tutti è stato insegnato ad andare in bicicletta da piccoli. È per questo, nel ciclismo Eroico, lo sport è divertimento senza avversari.
Di corsa saluti quelli che conosci su una salita in Bretagna e li riabbracci ad un ristoro a Gaiole un anno dopo, quelli senza confini con cui hai riso, sudato e gioito dall’altra parte del mondo con tutta la passione che hai dentro e che aspettano con te che si aprano le iscrizioni per una nuova Eroica, magari in un paese mai visitato, per spingersi oltre i propri orizzonti e ritrovarsi tra amici a vivere un’esperienza nuova.
La risposta definitiva e più semplice alla domanda “perché un’Eroica all’altro capo del mondo?” mi è stata suggerita da un’anziana signora di Palermo, incontrata su una scogliera, a Bigsur, quando con la mia Bianchi da San Francisco stavo raggiungendo Cambria per Eroica California: “Vale la pena venire fino a qui. Sì, è bellissimo. Il mondo è bellissimo!”.
Cristina Rauso
